I cosiddetti "Leoni da tastiera" sono un fenomeno ormai onnipresente nel panorama digitale.
Sfruttano la percezione di anonimato e la distanza fisica offerta dalla rete per sfogare le proprie frustrazioni o per attaccare, insultare e minacciare altri utenti, personaggi pubblici o minoranze, in un modo che, verosimilmente, non avrebbero mai il coraggio di fare in un confronto faccia a faccia nella vita reale.
L'Identikit Psicologico e Comportamentale
La figura del "Leone da tastiera", spesso associata al concetto di hater (odiatore) o troll (provocatore), è stata oggetto di studi psicologici. Questi individui tendono a mostrare, in alcuni casi, tratti della "Dark Tetrad" della personalità: narcisismo, machiavellismo, psicopatia e sadismo. Il contesto digitale amplifica questi tratti:
1. Anonimato e De-individuazione: L'assenza di un'identità reale riconoscibile e la distanza fisica riducono il senso di responsabilità e l'inibizione. Sentendosi "invisibili", alcuni si sentono liberi di superare i limiti etici e sociali.
2. Mancanza di Feedback Immediato: La comunicazione scritta, priva di espressioni facciali o tono di voce, impedisce di percepire l'impatto emotivo delle proprie parole sulla vittima, facilitando la disumanizzazione dell'altro.
3. Desiderio di Attenzione e Potere: L'aggressione online può essere un modo per attirare l'attenzione, generare "flame" (discussioni accese e polemiche) e percepire un senso di potere sulla vittima o sulla conversazione.
Le vittime preferite variano, includendo figure pubbliche (politici, celebrità), donne, minoranze etniche o religiose, e la comunità LGBTQ+. I loro attacchi possono spaziare dall'insulto generico e l'offesa sessista/razzista fino a forme più gravi come il doxing (diffusione di dati personali) o il revenge porn.
Il Fenomeno in Cifre (Italia)
Il comportamento dei "Leoni da tastiera" è strettamente connesso a fenomeni più ampi come il cyberbullismo e l'hate speech, i cui dati in Italia evidenziano la gravità della situazione, specialmente tra i più giovani:
• Diffusione tra i giovani: Secondo i dati ISTAT del 2023, circa il 34% dei giovani italiani tra gli 11 e i 19 anni ha subito comportamenti vessatori online almeno una volta nei 12 mesi precedenti l'indagine.
• Frequenza: Il 7,8% di questi giovani ha subito atti di cyberbullismo con una frequenza di "più volte al mese". In particolare, sono i maschi ad esserne vittime più di frequente in termini di attacchi online (8,9% contro il 6,6% delle femmine, sebbene le ragazze siano spesso colpite da forme diverse come l'esclusione sociale).
• Autori: La ricerca ESPAD® Italia 2024 del CNR riporta che oltre 800.000 studenti (il 32%) tra i 15 e i 19 anni dichiarano di aver agito come cyberbulli, con una leggera prevalenza tra i ragazzi (35%) rispetto alle ragazze (29%).
• Vittime-Autori: Un dato particolarmente complesso è che quasi 600.000 studenti (il 23%) ricoprono il duplice ruolo di vittima e autore, una condizione associata a maggiori problemi psicologici e sociali.
Questi dati mostrano come la violenza digitale non sia un fenomeno marginale, ma una problematica crescente che influenza la vita di milioni di persone, soprattutto i giovani. La lotta ai "Leoni da tastiera" richiede un impegno collettivo che va oltre il singolo blocco o la segnalazione, puntando sull'educazione civica digitale, sulla sensibilizzazione e sulla promozione di un linguaggio più rispettoso e costruttivo online. Il modo migliore per disarmare un "Leone da tastiera" è spesso privarlo della sua linfa vitale: l'attenzione.
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