lunedì 1 dicembre 2025

Re Mida, il re che trasformava in oro tutto quello che toccava

Questa storia è basata sul mito greco di Re Mida, che fa parte della mitologia classica antica

C’era una volta, in un regno lontano della Grecia antica, un re di nome Mida. Era un uomo robusto, con una folta barba nera e occhi che brillavano ogni volta che vedeva qualcosa di prezioso.

Mida viveva in un palazzo magnifico, con colonne di marmo bianco e giardini profumati di rose, ma nonostante tutta quella bellezza, il re aveva un unico pensiero fisso: l’oro.

Passava le sue giornate nelle stanze del tesoro, contando monete d’oro, accarezzando coppe dorate e sospirando: “Se solo tutto ciò che tocco potesse diventare oro! Sarei l’uomo più felice del mondo!”

Un giorno, mentre camminava nel suo giardino, Mida trovò un vecchio addormentato sotto un albero di melograno. Era Sileno, il maestro del dio Dioniso. Il re lo accolse con gentilezza nel suo palazzo, gli offrì cibo e vino e lo trattò come un ospite d’onore per molti giorni.

Quando Dioniso scoprì che Mida aveva aiutato il suo amato maestro, apparve davanti al re in una nube dorata. Era un dio giovane e sorridente, con grappoli d’uva tra i capelli.

“Re Mida,” disse Dioniso con voce calda come il sole estivo, “sei stato gentile con Sileno. Per ringraziarti, ti concedo un desiderio. Chiedi ciò che vuoi, e sarà tuo.”

Gli occhi di Mida si illuminarono. Senza pensarci un istante, esclamò: “Desidero che tutto ciò che tocco si trasformi in oro!”

Dioniso lo guardò con un’espressione preoccupata. “Sei sicuro? Rifletti bene…”

Ma Mida annuì con entusiasmo: “Sono sicurissimo!”

Il dio sospirò e schioccò le dita. “Che sia come desideri.”

Appena Dioniso scomparve, Mida cominciò a toccare tutto: una rosa divenne d’oro, una colonna divenne d’oro, perfino la fontana del giardino si trasformò in oro scintillante. Il re rideva di gioia, correndo per il palazzo come un bambino.

Ma quando arrivò l’ora di pranzo, Mida si sedette a tavola affamato. Afferrò un pezzo di pane, ma questo divenne immediatamente oro massiccio. Provò con un grappolo d’uva: oro. Un sorso di vino: oro liquido che non poteva bere.

“No, no!” gridò il re, sentendo lo stomaco vuoto e la gola secca.

In quel momento, sua figlia entrò nella sala. Era una ragazza bella e gentile, con capelli lunghi come un fiume di seta. Vedendo il padre disperato, corse ad abbracciarlo.

“Padre, cosa ti succede?”

“No! Non toccarmi!” urlò Mida, ma era troppo tardi. Le sue braccia strinsero la figlia e, in un istante, la ragazza divenne una statua d’oro, fredda e immobile.

Mida cadde in ginocchio piangendo. “Cosa ho fatto? Dioniso, ti prego, torna! Sono stato uno sciocco! Riprendi questo dono terribile!”

Il dio apparve di nuovo, questa volta con un’espressione seria ma compassionevole.

“Hai imparato la lezione, Mida?” chiese.

“Sì,” singhiozzò il re. “L’oro non vale nulla se non posso mangiare, bere o abbracciare le persone che amo.”

“Allora vai al fiume Pattolo,” disse Dioniso, “tuffati nelle sue acque e lavati. Il potere se ne andrà.”

Mida corse al fiume e si immerse completamente. Quando uscì dall’acqua, il tocco magico era scomparso. Tornò di corsa al palazzo e toccò sua figlia: la ragazza tornò in vita, calda e sorridente.

Da quel giorno, Re Mida non desiderò mai più l’oro. Aveva capito che la vera ricchezza stava nell’amore, nel cibo condiviso e nella semplicità della vita.​​​​​​​​​​​​​​​​

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Questa storia è basata sul mito greco di Re Mida, che fa parte della mitologia classica antica. Questo racconto è tramandato da secoli attraverso varie fonti della letteratura greca e romana.

Le versioni più note del mito provengono da autori antichi come:

- Ovidio, che racconta la storia nelle sue “Metamorfosi” (opera scritta nel I secolo d.C.)

- Vari altri autori greci e romani che hanno tramandato leggende su Mida

Il mito di Re Mida e del “tocco d’oro” è diventato nel tempo una storia molto famosa, spesso raccontata come racconto morale per insegnare che l’avidità e il desiderio eccessivo di ricchezza possono portare all’infelicità.


Questa storia antica è stata rielaborata usando uno stile narrativo semplice e fiabesco, aggiungendo dettagli descrittivi, dialoghi e elementi narrativi per renderla più vivace e coinvolgente. Gli elementi centrali del mito (il desiderio di trasformare tutto in oro, l’impossibilità di mangiare, la figlia trasformata in statua, il pentimento e la purificazione nel fiume) sono quelli tradizionali della leggenda originale.​​​​​​​​​​​​​​​​


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