lunedì 17 giugno 2024

Filippo II, padre di Alessandro Magno

Filippo II di Macedonia fu un sovrano intelligente ed energico. Salito al trono di Macedonia nel 359 a.C. quando il regno era ai margini del mondo greco, egli grazie a una lungimirante attività politica, alla riforma dell'esercito che trasformò in un'efficiente macchina da guerra, e alle conquiste territoriali, aprì la strada per le epiche imprese di suo figlio Alessandro Magno.

Filippo II insegnò ad Alessandro l'arte della guerra, la politica e la diplomazia.
Ma si preoccupò anche della formazione culturale del figlio.

Volle che Alessandro fosse educato da uno degli uomini più sapienti del tempo. Nel 343 a.C., chiamò il filosofo greco Aristotele alla corte di Pella come precettore del figlio allora tredicenne.

Figlio di Nicomaco, il medico personale del re macedone Aminta III, padre di Filippo II e nonno di Alessandro Magno, Aristotele fu il maestro di Alessandro durante i successivi tre anni (343-340) fino a quando il giovane non venne chiamato a partecipare alle spedizioni militari del padre.

Questo legame tra filosofo e sovrano ha lasciato un'impronta significativa nella storia.
Aristotele, con la sua cultura ellenica, inculcò in Alessandro l'ideale della superiorità e dell'universalità della cultura greca.

Non sappiamo molto dell'educazione che Aristotele impartì al suo pupillo. Il filosofo lo avvicinò alla lettura dei grandi poemi omerici. È noto quanto il conquistatore macedone nutrisse una profonda ammirazione per Achille. Pare che in ogni campagna militare portasse con sé la copia dell'Iliade donatagli proprio da Aristotele, riponendola, assieme al pugnale, sotto il cuscino su cui dormiva, come per trarne ispirazione per le sue gesta d'eroe.

Il poliedrico pensatore stagirata affascinò Alessandro fornendogli una cultura universale che comprendeva la poesia, la logica, la matematica, la zoologia, la geografia, l'agronomia e la medicina. Alessandro ebbe grande rispetto per il suo illustre maestro che omaggiò, si narra, con il restauro di Stagira, distrutta dal papà nel 349 durante la guerra di Olinto.

"A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena essere vissuta", disse Alessandro evidenziando l'importanza nella sua vita degli insegnamenti ricevuti da Aristotele.

Fu grazie a Filippo II che iniziò quel connubio 'fatale' tra il massimo filosofo e il massimo politico della grecità.

Filippo spronava il figlio a seguire Aristotele e lo studio della filosofia. Perché? - gli chiedevano.
"Per non compiere - diceva - molte delle azioni che mi pento di aver compiuto".

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