sabato 18 maggio 2024

Le ultime parole di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo

MORTE DI MARCO AURELIO: ECCO LE SUE ULTIME PAROLE

Vi propongo un'interessante lettura dalla pagina Fb di Scripta Manent:

MORTE DI MARCO AURELIO: ECCO LE SUE ULTIME PAROLE
Il 17 marzo del 180 d.C., il sole si levava su un Impero Romano inquieto e in lutto. Nella città di Vindobona, oggi conosciuta come Vienna, si spegneva la vita di uno degli imperatori più venerati e rispettati di Roma: Marco Aurelio. La notizia della sua morte, diffusa in tutto l'Impero, sarebbe stata accolta con un misto di tristezza e timore per il futuro.
Marco Aurelio, filosofo e guerriero, era stato un faro di saggezza e stabilità. La sua morte segnava la fine di un'era illuminata dal pensiero stoico e dalla giustizia. Da tempo malato, probabilmente colpito dalla devastante peste antonina – che oggi gli storici identificano come vaiolo – l'imperatore aveva scelto di accogliere la fine con la serenità di chi comprende il ciclo naturale della vita e della morte. Le sue riflessioni, tramandate ai posteri nei suoi "Pensieri", riflettevano la profondità della sua filosofia e la sua accettazione del destino.
Egli aveva associato al trono il figlio Commodo, interrompendo una tradizione di successione per merito piuttosto che per sangue. Era una scelta dettata dalla necessità: l'esercito romano, spina dorsale dell'Impero, esigeva continuità, e un erede diretto rappresentava la soluzione più sicura per garantire stabilità. Nonostante i dubbi sulla capacità di Commodo di governare con la stessa saggezza del padre, Marco Aurelio sapeva che in tempi di crisi la legittimità dinastica era una forza unificatrice.
In una delle sue ultime meditazioni, Marco Aurelio scrisse: 
«Uomo, sei stato cittadino in questa grande città: che ti importa se per cinque anni o per cento? Quel che è secondo le leggi ha per ognuno pari valore. Che c'è di grave allora se dalla città ti espelle non un tiranno o un giudice ingiusto, ma la natura che ti ci aveva introdotto? [...] A stabilire che il dramma è completo infatti è chi allora fu responsabile della composizione, ora del dissolvimento; tu invece non sei responsabile né dell'una né dell'altro. Quindi parti sereno: chi ti congeda è sereno.»
Queste parole, ricche di saggezza e rassegnazione rivelavano l'animo di un uomo che aveva governato con la testa e con il cuore, e che ora si preparava a lasciare la scena del mondo con la stessa dignità con cui aveva vissuto.
La morte di Marco Aurelio segnò non solo la fine di un regno, ma anche l'inizio di un periodo di incertezza. Commodo, giovane e inesperto, avrebbe affrontato un compito immenso, governando un impero vasto e complesso, e il peso dell'eredità del padre sarebbe stato un fardello pesante sulle sue spalle.
Ma la filosofia di Marco Aurelio rimase come un faro per i futuri governanti e per tutti coloro che cercavano la saggezza nel caos dell'esistenza umana. Le sue riflessioni immortali continuarono a ispirare, ricordando a tutti che, come l'imperatore stesso aveva accettato il suo destino, anche l'umanità doveva trovare la propria serenità nella comprensione del ciclo naturale della vita.
FONTI
- Marco Aurelio, Pensieri, 12, 36

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