L'episodio dell'unione tra Didone ed Enea in una caverna è narrato nel libro IV dell'Eneide di Virgilio
Durante una battuta di caccia, Didone ed Enea vengono sorpresi da un violento temporale. Cercando riparo, i due si rifugiano in una caverna. Qui, complice la tempesta e l'intensità dei loro sentimenti, Didone ed Enea si abbandonano alla passione e consumano la loro unione.
Virgilio descrive il momento con grande intensità poetica, sottolineando come l'amore tra Didone ed Enea sia stato favorito dall'intervento divino, in particolare dalla dea Giunone, che vedeva in questa unione un modo per allontanare Enea dal suo destino di fondatore di Roma.
Tuttavia, l'unione tra Didone ed Enea è destinata a essere tragica. Enea, infatti, è chiamato dal Fato a riprendere il suo viaggio verso l'Italia, dove dovrà fondare una nuova Troia. Didone, disperata per l'abbandono, si darà la morte.
L'episodio della caverna rappresenta il culmine della passione tra Didone ed Enea, ma anche l'inizio della loro tragedia. L'amore, vissuto con tale intensità, si trasforma in dolore e morte, lasciando un segno indelebile nella storia di entrambi i personaggi e nella memoria collettiva.
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