Che origine hanno i Greci? Da dove provengono?
Nelle remote e selvagge terre settentrionali dell’odierna Grecia, durante il Paleolitico, esistevano già uomini coraggiosi, predatori dell’immenso e ostile paesaggio.
Nomadi, cacciatori e raccoglitori, essi seguivano il ritmo delle stagioni, spostandosi incessantemente attraverso foreste fitte e valli isolate, alla ricerca di selvaggina e radici. Erano uomini liberi, strettamente legati alla natura, capaci di vivere dei suoi frutti e guidati solo dall’istinto e dalla necessità.
Con il passare dei millenni, qualcosa di profondo mutò. La rivoluzione neolitica giunse nelle loro terre, portando con sé nuovi modi di vivere e sopravvivere. A partire dal X millennio a.C., l’agricoltura e l’allevamento, novità straordinarie giunte dalle lontane terre d'Oriente, si insinuarono anche in Grecia.
I discendenti di quei cacciatori di un tempo scoprirono il potere del seme e del pascolo, imparando a coltivare il grano, a domare il bestiame e, di conseguenza, a stabilirsi. Le prime comunità, come radici di un grande albero, presero a fissarsi nel suolo, formando villaggi, nuclei di vita comune e stabili. Iniziava un’epoca in cui gli uomini, lasciata la vita nomade, apprendevano l’arte di stare fermi, di lavorare la terra e di raccoglierne i frutti.
Questa nuova stabilità condusse l’uomo a un altro balzo straordinario: la produzione di beni che potevano essere scambiati con altri. Sorsero i primi mercati, primitivi circuiti di scambio; il commercio, quell’attività destinata a intrecciare i destini dei popoli per secoli a venire, muoveva i suoi primi passi.
Le comunità iniziarono a modellare l’argilla per creare vasi e utensili, mentre i primi metalli, come rame e oro, venivano estratti e lavorati con strumenti in pietra levigata, destinati a dare vita ad oggetti di straordinaria utilità e valore. Per facilitare gli scambi, gli uomini tracciarono segni sull’argilla, segni semplici ma pieni di significato, i precursori della scrittura: era l’alba di un nuovo modo di comunicare e di registrare il mondo.
Sesklo, un insediamento neolitico situato nella fertile regione della Tessaglia, rappresenta uno degli esempi più suggestivi di questo primo tentativo di stabilità e protezione. Racchiuso da mura, Sesklo poteva ospitare fra tremila e quattromila anime, in uno spazio sicuro contro i pericoli esterni.
Eppure, Sesklo non era l’unico villaggio prospero. A Nea Nikomedia, altre abitazioni quadrangolari, robuste mura d’argilla del V millennio a.C., testimoniavano l’ingegnosità e l’adattamento dell’uomo alla sedentarietà. Qualche secolo dopo, a Dimini, l’evoluzione tecnica delle fortificazioni con cerchie murarie concentriche confermava il desiderio umano di proteggere ciò che era stato costruito con fatica e dedizione.
In quei villaggi, i vasai iniziarono a decorare i loro manufatti con il meandro e la spirale, motivi che avrebbero caratterizzato per sempre l’arte greca, donando un tocco estetico alle creazioni quotidiane.
Mentre il tempo avanzava e l’uomo evolveva, giunse una nuova era che avrebbe condotto l’umanità oltre la preistoria, verso i primi orizzonti della storia scritta. La protostoria si delineava all’orizzonte, iniziata con l’introduzione della scrittura in Mesopotamia presso i Sumeri. Ma in Grecia la scrittura si fece attendere. Comparve solo con la civiltà minoica nel II millennio a.C., insieme alla scoperta di un altro elemento che avrebbe rivoluzionato il mondo antico: il bronzo.
Fu proprio il bronzo a segnare l’entrata di nuove civiltà sulla scena greca, trasformando il tessuto sociale e culturale delle regioni meridionali. Alla fine del III millennio a.C., la Grecia si trovava divisa tra due culture potenti e distinte: la civiltà minoica, con il suo centro nell’isola di Creta, e la civiltà micenea, fiorente nella Grecia continentale. Queste due culture, destinate a prosperare per secoli, si svilupparono con tratti propri, lasciando dietro di sé monumenti, miti e misteri.
Alcuni studiosi, scrutando indietro nel tempo, includono queste due civiltà nella storia della Grecia antica, vedendole come i semi della grande civiltà ellenica.
Altri, però, ritengono che i minoici e i micenei fossero così diversi dai greci delle epoche successive da meritare una classificazione a sé, come un prodigio alieno che, pur avendo toccato la terra greca, le appartiene solo in parte. Così, il tempo delle antiche culture getta un’ombra lunga e misteriosa sui secoli futuri, un’ombra che segna l'inizio di una delle civiltà più grandi che il mondo abbia mai conosciuto.
Credits: Scripta Manent
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