mercoledì 1 maggio 2024

Nefertari, signora delle due terre

Doveva essere bellissima, 𝗡𝗲𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮𝗿𝗶. La sposa reale di Ramses II fu amata intensamente dal faraone, tanto da dedicarle monumenti maestosi, titoli onorifici, splendide pitture.

Non si conoscono i natali della regina: si suppone fosse una nobildonna ma non un membro della famiglia reale. Diede al faraone quattro figli e due figlie, che però non sopravvissero alla longevità del loro padre. Il successore di Ramses II, infatti, fu Merenptah, figlio della seconda sposa reale Isetnofret.

Le numerose titolature della regina la rappresentano come "Grande Sposa Reale", ovvero sposa principale del faraone e garante della sua discendenza, e "Colei per il quale splende il sole", termine che allude alla sua funzione divina di garante, accanto al faraone, del perpetuarsi dell'ordine cosmico.

Particolare è il riferimento a lei come "Signora delle due Terre" o "Signora dell'Alto e del Basso Egitto" che farebbe pensare a un suo diretto coinvolgimento nella gestione politica del regno. Un riferimento storico preciso in tal senso deriva da un periodo di forti tentativi diplomatici messi in atto dal governo egiziano per ottenere la pace con gli Hittiti. In quell'occasione Nefertari mantenne un rapporto epistolare con la regina hittita, seguito da scambio di doni in stoffe e gioielli.

I segni più evidenti del ruolo della sovrana derivano dai due capolavori a lei dedicati: 𝗔𝗯𝘂 𝗦𝗶𝗺𝗯𝗲𝗹 e la sua 𝘁𝗼𝗺𝗯𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗻𝗲.
Pitture e sculture la raffigurano alla stessa grandezza del sovrano, a conferma dell'altissima considerazione in cui era tenuta.

Il complesso monumentale di Abu Simbel si trova a valle della seconda cataratta del Nilo e fu scoperto nel 1813 da Burckhardt. Sulla parete di arenaria, lungo il corso del fiume, vennero scavati due templi: uno dedicato al faraone, l'altro, minore, dedicato a Nefertari. Quest'ultimo è un capolavoro di armonia. La regina è ovunque raffigurata mentre suona il sistro, offre loto e papiri e brucia incenso per le dee Hathor, Iside, Mut. Nella scena dell'incoronazione indossa i simboli della divinità reale, come l'ureo (il cobra in posizione di attacco) e la corona hathorica con il disco solare sormontato da due alte piume.

Nefertari morì a circa quarant'anni, probabilmente tra 1255 e 1254 a.C.
La glorificazione eterna della sua regalità resta nei dipinti nella sua tomba nella Valle delle Regine, scoperta da Ernesto Schiaparelli nel 1904.
Un ciclo pittorico copre l'intera superficie perimetrale interna della tomba a rappresentare il percorso iniziatico della regina nell'aldilà.
Al centro della sala sepolcrale nelle viscere della roccia, la regina ottiene la resurrezione e unisce il suo nome alle nove divinità che sovrintendono all'universo.
Nefertari è avviata ai misteri di Osiride, signore del regno dei morti, mentre Iside offre alla regina la vita eterna permettendole di prendere posto sul trono di Osiride, morto e resuscitato. Purificata, Nefertari si avvia alla luce partecipando ai misteri di Ra dio del Sole, si avvia al cammino dei due orizzonti per diventare una stella immortale.

Dopo la morte di Nefertari, il regno di Ramses II durò ancora moltissimi anni, fino alla morte del faraone nel 1212 a.C. o 1213 a.C.
Ramses ebbe molte mogli e centinaia di concubine ma ci piace pensare che Nefertari - la compagna perduta troppo presto - la rimpianse fino al suo ultimo soffio di vita.

#lasorgentedellemuse
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(📖 Nefer. La donna nell'antico Egitto, Catalogo della mostra 2007)

🎨 Raffigurazione di Nefertari su una parete della sua tomba nella Valle delle Regine

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