LA VIA APPIA. LA PIU' GLORIOSA STRADA MAI COSTRUITA DAI ROMANI
LA VIA APPIA. LA PIU' GLORIOSA STRADA MAI COSTRUITA DAI ROMANIDi Roberto Trizio
La Via Appia non fu mai una semplice strada, ma un percorso che aveva un importante significato militare, culturale e commerciale.
Il primo tratto della strada fu progettato e costruito nel 312 a.C., poco prima della Seconda Guerra Sannitica. Già nella guerra contro Pirro e poi successivamente durante le guerre macedoni, la via Appia fu fondamentale per sostenere gli spostamenti degli eserciti romani.
Ma oltre a questo, la Via Appia fu importante per gli spostamenti militari e civili, attraversando l'altrimenti impraticabile territorio delle paludi pontine, semplificando il trasporto di uomini e merci da tutto il Lazio fino a Terracina.
La strada ebbe la massima importanza fin dall'antichità, collegando Roma con le regioni più ricche d'Italia come la Campania, la Puglia e, successivamente, con l'Oriente. A testimonianza di ciò, già nell'antichità la Via Appia era chiamata la "regina delle strade".
Ne parla ad esempio il poeta romano Publio Papinio Stazio nella sua opera "Silvae", ovvero "Foreste", che la definisce "Appia longarum tenetur regina viarum".
Ben presto i romani iniziarono a costruire anche delle tombe monumentali e dei magnifici monumenti lungo la strada. E riuscire a costruire qualcosa per la propria famiglia lungo la Via Appia rappresentava la dimostrazione del proprio status sociale. Dopo vent'anni dell'apertura della Via Appia, gli Scipioni avevano infatti già fatto innalzare diverse tombe per la sepoltura dei membri della loro famiglia.
Il ruolo dell'Appia si conservò anche nel periodo bizantino soprattutto per l'imbarco degli uomini che dovevano prendere il mare dall'Italia e raggiungere la nuova capitale d'Oriente.
Diocleziano, Massenzio, Costantino e Valentiniano continuarono a restaurare e aggiornare alcuni tratti della Via Appia, che mantenne un'importanza di primissimo piano.
Nel 536, lo storiografo bizantino Procopio rimase affascinato dalla struttura e dall'antichità della Via Appia e anche il re ostrogoto Teodorico il Grande, all'inizio del VI secolo, ordinò dei lavori di riparazione della strada, per far avanzare le sue truppe su Roma nel 536.
Nel Medioevo la Via Appia iniziò ad essere parzialmente dimenticata, diventando meno utile per scopi commerciali e di trasporto. Venne tuttavia utilizzata dai pellegrini che si recavano nelle catacombe o che volevano raggiungere la Basilica di San Sebastiano.
Questi proseguivano poi fino al porto di Brindisi e si dirigevano verso la Terra Santa.
Molti santi e martiri cristiani furono sepolti nelle catacombe della Via Appia, come San Sebastiano e Papa Callisto. Nel secolo IX e X il Vaticano possedeva ormai ampi appezzamenti di terreno lungo la strada. Ma, come avvenuto per moltissime altre infrastrutture romane, la strada divenne un punto di raccolta per materiale da costruzione.
Diversi blocchi di pietra, principalmente travertino, furono asportati per la costruzione di nuovi edifici. Di particolare importanza fu l'azione dei Conti Tuscolani, che, riutilizzando il sito della tomba di Cecilia Metella, costruirono una fortezza. Nel 1300, Papa Bonifacio VIII Caetani donò questa fortezza alla sua famiglia, i cui rappresentanti imponevano delle elevate tasse stradali sulle merci e sui viaggiatori, proventi che permisero di costruire un'altra via per Roma, la cosiddetta "Appia Nuova" e la porta di San Giovanni.
Alla fine del XVI secolo, Gregorio XIII ordinò la pavimentazione dell'Appia Nuova, che si affiancò così all'antica via Appia, che divenne una regolare strada suburbana. In occasione del Giubileo del 1700, Innocenzo XII aprì la via che congiunge l'Appia Antica a quella nuova, detta Appia Pignatelli, dal cognome del pontefice.
Ma i restanti monumenti continuarono ad essere smantellati, tanto è vero che alla fine del XVIII secolo la via Appia antica rimase difficilmente praticabile. Nel XIX secolo, l'Appia fu sgomberata per ordine di Papa Pio VI e gli archeologi condussero diversi scavi su una parte della via, ritrovando segni e manufatti di grande importanza per ricostruire la storia romana.
FONTI
Via Appia Regina Viarum. Die Via Appia als Königin der Strassen
Publio Papinio Stazio, Silvae 2, 12
Potter, Timothy W. Das römische Italien
Procopio di Cesarea. Guerra coi Goti 5, 14
Epitome de locis sanctorum , 638-642
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