giovedì 20 febbraio 2025

Roma: un impero avvelenato dal piombo

Nuove scoperte rivelano il ruolo devastante dell'inquinamento da piombo nella caduta dell'antica Roma, con implicazioni sorprendenti per la nostra salute e il futuro del pianeta.

Un recente studio pubblicato negli "Atti della National Academy of Sciences" getta nuova luce su una delle più grandi civiltà della storia, rivelando come l'inquinamento da piombo potrebbe aver contribuito al declino dell'Impero Romano.

La ricerca, condotta da un team di scienziati guidato da Joseph McConnell del Desert Research Institute, ha analizzato campioni di ghiaccio provenienti dalla Groenlandia e dall'Artico russo, risalenti a un periodo compreso tra 2.500 e 1.400 anni fa. Questi campioni hanno rivelato un'allarmante concentrazione di piombo nell'atmosfera, direttamente collegata alle attività industriali dell'antica Roma.

L'Impero Romano, noto per la sua ingegneria avanzata e la sua espansione territoriale, basava la sua economia sulla produzione di monete d'argento. Per estrarre l'argento, i romani fondevano la galena, un minerale ricco di piombo, rilasciando enormi quantità di piombo nell'ambiente. "Per ogni oncia di argento prodotta (28 grammi), si potevano produrre anche migliaia di once di piombo", ha spiegato McConnell. Questo processo inquinante ha avuto conseguenze devastanti sulla salute dei cittadini romani, con un impatto significativo sul loro quoziente intellettivo (QI).

Le élite romane erano esposte al piombo attraverso diversi canali, tra cui le tubature dell'acqua, le pentole, le vasche da bagno, i cosmetici e gli sciroppi utilizzati per addolcire il vino. Tuttavia, l'esposizione più diffusa derivava dall'inquinamento industriale causato dall'estrazione e dalla fusione dei metalli. I ricercatori hanno stimato che l'inquinamento da piombo abbia causato un calo di circa 3 punti nel QI della popolazione romana.

I modelli dei ricercatori hanno mostrato che, durante la Pax Romana, un periodo di grande prosperità e espansione territoriale, venivano emesse annualmente da 3.300 a 4.600 tonnellate di piombo. Di conseguenza, i livelli di piombo nel sangue degli antichi romani raggiunsero concentrazioni comprese tra 2 e 5 microgrammi per decilitro. Altre ricerche collegano tali quantità a un calo di circa 3 punti di QI.

L'esposizione al piombo è associata a una serie di gravi problemi di salute, tra cui aumenti della mortalità, parti prematuri, anemia e riduzione delle funzioni cognitive. Nei bambini, che sono particolarmente vulnerabili, il piombo può causare cali del QI che persistono nel tempo.

Bruce Lanphear, professore di scienze della salute alla Simon Fraser University, ha commentato che lo studio probabilmente sottostima l'effettiva esposizione al piombo nell'Impero Romano. Tuttavia, ha aggiunto che la pervasività del piombo supporta l'idea che questo inquinante potrebbe aver avuto un ruolo significativo nella caduta dell'impero. "Questo studio dà più peso all'idea che il piombo fosse uno dei tanti fattori di rischio che potrebbero aver contribuito al declino dell'Impero Romano", ha affermato Lanphear. "Quanto sia stato importante, ovviamente, è difficile da dire".

In conclusione, la scoperta dell'impatto dell'inquinamento da piombo sull'antica Roma offre importanti lezioni per il presente. Questo studio fornisce un'ulteriore prova che l'inquinamento da piombo potrebbe essere stato uno dei fattori di rischio che hanno contribuito al declino dell'Impero Romano, sebbene sia difficile quantificarne l'importanza esatta. La storia dell'antica Roma ci ricorda l'importanza di proteggere l'ambiente e la salute pubblica dalle conseguenze delle attività industriali.


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