mercoledì 17 aprile 2024

Iqbal Masih

Iqbal Masih, il ragazzo pakistano di 12 anni diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile

29 anni fa, il 16 aprile 1995, viene ucciso, a soli 12 anni un bambino pakistano: Iqbal Masih.
Ma perché uccidere un bambino? Perché Iqbal è molto di più di un ragazzino: operaio prima, sindacalista e attivista poi, è diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile.
Iqbal lavora da quando aveva soli 4 anni in una fabbrica di mattoni e, per ripagare un debito familiare, è stato ceduto a un fabbricante di tappeti per soli 12 dollari. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal lavora per più di dodici ore al giorno. È uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli.
Inoltre i bambini sono più facili da controllare e troppo deboli per ribellarsi.
Nel 1992 Iqbal riesce però a uscire di nascosto dalla fabbrica e partecipa insieme ad altri bambini a una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front (BLLF). Ritornato nella manifattura, si rifiuta di continuare a lavorare nonostante le percosse.
Il padrone del ragazzo decide di disfarsene accusandolo di aver aumentato il suo debito a causa di supposti errori di lavorazione, costringendo la famiglia di Iqbal ad abbandonare il villaggio.
Finalmente libero, Iqbal viene ospitato in un ostello dalla BLLF e ha l'occasione di ricominciare a studiare.
Dal 1993 comincia a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l'opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia. E' l'inizio della piccola rivoluzione di Iqbal, che riesce a colpire il mondo intero con la sua storia e le sue parole.
"Non ho più paura di lui - dice riferendosi al suo ex padrone - è lui che ha paura di me, di noi, della nostra ribellione. Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo".
Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l'attivismo locale, le autorità pakistane hanno iniziato a prendere i primi provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti e l'attivismo di Iqbal, con la sua potenza, è chiaramente diventato un problema.
Le testimonianze circa gli avvenimenti dell'ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995 (giorno di Pasqua), sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Iqbal è in bicicletta con due cugini quando un lavoratore agricolo, a seguito di una breve lite, esplode alcuni colpi di pistola che feriscono uno dei ragazzi e uccidono Iqbal.
Per la BLLF però non ci sono dubbi e accusa subito dell'accaduto la "mafia dei tappeti". A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull'accaduto e mentre i suoi assassini sono liberi, il giornalista che ne ha raccontato la storia e' stato accusato di un grave reato: "Danneggia il commercio estero della nazione".
A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell'industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

« Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite. »

dal web

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