Brenno, il terribile barbaro che spaventò i Romani per sempre
Di Stefania Cappellari
Dalla pagina Facebook "Scripta Manent"
La battaglia del fiume Allia, avvenuta il 18 luglio 390 a.C., rappresenta uno dei momenti più critici e oscuri nella storia antica di Roma, un episodio che ha segnato profondamente la memoria collettiva romana per le generazioni a venire.
Brenno e i suoi Galli Senoni si scontrarono con le legioni romane in quello che si rivelò un disastro militare per la città eterna. I Romani, numericamente inferiori e strategicamente non preparati, furono travolti dalla furia dei guerrieri gallici in una battaglia che si concluse con una rotta tanto completa quanto umiliante.
La sconfitta al fiume Allia fu tanto improvvisa quanto devastante. I Romani, presi dal panico, abbandonarono il campo di battaglia in una disordinata fuga che li vide lottare tra di loro, intralciandosi a vicenda nella disperata corsa verso la salvezza. Molti trovarono la morte annegati nel Tevere, appesantiti dalle armature o incapaci di nuotare, mentre altri, dispersi e sconfitti, si rifugiarono a Veio, senza nemmeno inviare a Roma notizie della catastrofe che si era abbattuta su di loro.
La vittoria dei Galli fu tanto sorprendente per loro stessi quanto lo fu per i Romani. Dopo un primo momento di sorpresa, in cui quasi non credevano alla propria vittoria, temettero un inganno. Solo dopo aver saccheggiato i corpi dei caduti e ammucchiato le armi, seguendo l'usanza della loro guerra, iniziarono a marciare verso Roma, raggiungendone le porte poco prima del tramonto.
Questo evento non solo segnò una delle più cocenti sconfitte nella storia romana, ma anche l'inizio di uno dei più drammatici assedi che Roma avesse mai sperimentato. La città, presa alla sprovvista e in gran parte abbandonata dai suoi difensori, si trovò presto sotto il dominio dei Galli. La leggenda vuole che solo il sacrificio eroico dei difensori della rocca Capitolina e il successivo riscatto pagato a Brenno per la ritirata dei Galli salvarono Roma dalla completa distruzione.
La battaglia dell'Allia e l'assedio che ne seguì furono un campanello d'allarme per Roma, che comprese l'importanza di rafforzare le proprie difese e di unire il popolo di fronte alle minacce esterne. Inoltre, l'episodio dell'Allia divenne sinonimo di catastrofe per i Romani, commemorato ogni anno nel dies Alliensis come un giorno nefasto, un ricordo perenne dell'umiliazione subita e del prezzo della disunione e della sottovalutazione del nemico.
FONTE
- Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, 38, 7 - 39,2
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La battaglia del fiume Allia, avvenuta il 18 luglio 390 a.C., rappresenta uno dei momenti più critici e oscuri nella storia antica di Roma, un episodio che ha segnato profondamente la memoria collettiva romana per le generazioni a venire.
Brenno e i suoi Galli Senoni si scontrarono con le legioni romane in quello che si rivelò un disastro militare per la città eterna. I Romani, numericamente inferiori e strategicamente non preparati, furono travolti dalla furia dei guerrieri gallici in una battaglia che si concluse con una rotta tanto completa quanto umiliante.
La sconfitta al fiume Allia fu tanto improvvisa quanto devastante. I Romani, presi dal panico, abbandonarono il campo di battaglia in una disordinata fuga che li vide lottare tra di loro, intralciandosi a vicenda nella disperata corsa verso la salvezza. Molti trovarono la morte annegati nel Tevere, appesantiti dalle armature o incapaci di nuotare, mentre altri, dispersi e sconfitti, si rifugiarono a Veio, senza nemmeno inviare a Roma notizie della catastrofe che si era abbattuta su di loro.
La vittoria dei Galli fu tanto sorprendente per loro stessi quanto lo fu per i Romani. Dopo un primo momento di sorpresa, in cui quasi non credevano alla propria vittoria, temettero un inganno. Solo dopo aver saccheggiato i corpi dei caduti e ammucchiato le armi, seguendo l'usanza della loro guerra, iniziarono a marciare verso Roma, raggiungendone le porte poco prima del tramonto.
Questo evento non solo segnò una delle più cocenti sconfitte nella storia romana, ma anche l'inizio di uno dei più drammatici assedi che Roma avesse mai sperimentato. La città, presa alla sprovvista e in gran parte abbandonata dai suoi difensori, si trovò presto sotto il dominio dei Galli. La leggenda vuole che solo il sacrificio eroico dei difensori della rocca Capitolina e il successivo riscatto pagato a Brenno per la ritirata dei Galli salvarono Roma dalla completa distruzione.
La battaglia dell'Allia e l'assedio che ne seguì furono un campanello d'allarme per Roma, che comprese l'importanza di rafforzare le proprie difese e di unire il popolo di fronte alle minacce esterne. Inoltre, l'episodio dell'Allia divenne sinonimo di catastrofe per i Romani, commemorato ogni anno nel dies Alliensis come un giorno nefasto, un ricordo perenne dell'umiliazione subita e del prezzo della disunione e della sottovalutazione del nemico.
FONTE
- Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, 38, 7 - 39,2
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