Leggi questo racconto ispirato a una celebre favola di Esopo:
LA CICALA E LA FORMICA
C'era una volta una cicala che passava l'estate cantando e spensierata, mentre una formica lavorava duramente per accumulare provviste per l'inverno.
La cicala, con il suo canto melodioso, attirava l'attenzione di tutti gli animali del bosco. La formica, invece, era ignorata da tutti, impegnata com'era a trasportare briciole di pane e chicchi di grano nel suo formicaio.
Un giorno, la cicala si posò su una foglia vicino al formicaio e chiese alla formica: "Perché ti affanni tanto? Non vedi che è estate? Goditi il sole e canta con me!"
La formica rispose: "Sto accumulando provviste per l'inverno. Se non lo facessi, morirei di fame quando il freddo arriverà."
La cicala rise: "Ma l'inverno è ancora lontano! C'è tempo per pensare a quello." E se ne andò, continuando a cantare e a divertirsi.
L'estate passò velocemente e arrivò l'inverno. Il vento soffiava gelido e la neve copriva il terreno. La cicala, infreddolita e affamata, si ricordò delle parole della formica. Si recò al formicaio e bussò alla porta.
La formica aprì e chiese alla cicala: "Cosa vuoi?"
"Ho fame," rispose la cicala. "Potresti darmi un po' di cibo?"
La formica guardò la cicala con disappunto e disse: "E che cosa hai fatto durante l'estate? Perché non hai accumulato provviste come me?"
La cicala, arrossendo, rispose: "Ho cantato e mi sono divertita."
La formica, scuotendo la testa, disse: "Chi nulla fa, nulla ottiene. Ora arrangiati." E chiuse la porta.
La cicala rimase sola e affamata. Capì, con grande rammarico, che aveva sbagliato a non lavorare durante l'estate. Da quel giorno, imparò la lezione e si impegnò a essere previdente per il futuro.
Morale della favola:
Bisogna sempre pensare al futuro e non rimandare a domani ciò che si può fare oggi.
© Enzo Iorio, 2024
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