giovedì 31 marzo 2011

Il permafrost


Ricerca di Matteo9
Il permafrost, o permagelo, è un terreno ove il suolo è perennemente ghiacciato (non necessariamente con presenza di masse di acqua congelata). Convenzionalmente con questo termine si indica un terreno ghiacciato da almeno 2 anni.
Il permafrost è presente primariamente nelle regioni artiche, in prossimità dei poli, ma anche in alta montagna.È valutato che le superfici con permafrost riguardino il 20% delle terre emerse[senza fonte] e ben il 20-24% dell'emisfero settentrionale. Il permafrost può raggiungere la profondità di 1.500 metri nel nord della Siberia e di alcune centinaia di metri in Alaska e Canada. il permafrost si può trovare nei deserti freddi.
L'estensione della superficie coperta dal permafrost e il suo spessore variano in funzione delle condizioni climatiche. Per questo la sua formazione, la consistenza o l'eventuale scomparsa legata al riscaldamento del pianeta, sono studiate da una rete di osservazione mondiale coordinata dall' International Permafrost Association.
Al di sopra del permafrost permanente si può trovare uno strato attivo superficiale, esteso in profondità da pochi centimetri a diversi metri. Lo strato superficiale è sensibile ai cambiamenti climatici stagionali, arrivando a scongelarsi in parte durante il periodo estivo per poi ricongelare d'inverno, mentre quello profondo non si è più scongelato dal tempo dell'ultima glaciazione, circa 10.000 anni fa, costituendo quindi un prodotto della glaciazione conservatosi fino ai nostri giorni. La presenza di flora vegetale è possibile soltanto sullo strato attivo superficiale, in quanto lo sviluppo di forme viventi può avvenire solo su terreni che siano scongelati per almeno una parte dell'anno.
A causa del flusso di calore proveniente dall'interno del pianeta,lo strato di permafrost profondo è limitato inferiormente. In condizioni particolari , lo spessore del permafrost può essere limitato a pochi metri di spessore. In tal caso se ne può avere, per siti particolarmente soleggiati, o in epoche particolarmente calde, la temporanea scomparsa; tale fenomeno è detto permafrost sporadico.
Intrappolato al disotto del permafrost permanente, che funge da copertura impermeabile si può trovare anche in grande quantità gas metano, accumulatosi nel corso dei millenni. Ad oggi questi giacimenti metaniferi sono naturalmente sigillati verso l'alto dalle vaste estensioni di terreni congelati, impermeabili quindi ai gas. Nel territorio artico dell'emisfero boreale , si teme, come conseguenza dello scioglimento del permafrost, la liberazione di grandi quantità di metano nell'atmosfera terrestre, che si aggiungerebbero agli altri gas che già favoriscono l'effetto serra, ed innescando così in circolo vizioso un ulteriore riscaldamento globale.
Sul medio periodo, nei prossimi 30-50 anni, si teme che le acque di fusione del permafrost possano contribuire in modo significativo a "raffreddare" i mari artici e ad abbassarne la salinità, alterando sostanzialmente le correnti sottomarine che trasferiscono calore e soluzioni idrosaline a diversa concentrazione, come la corrente del golfo che funge da "regolatore termico" su scala globale. È scientificamente dimostrato che questo tipo di evento si è già verificato nel passato, scatenando violente reazioni climatiche anomale, anche di lunghissimo periodo.
Il permafrost è frequente soprattutto nelle due zone artiche dove il clima gelido ne permette lo sviluppo.
Essendo notevole la coerenza dei materiali congelati e per contro la incoerenza di quelli scongelati, in alta montagna lo scioglimento del permafrost può innescare frane e colate detritiche. 

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1 commento:

Anonimo ha detto...

bella, molto interessante!

Federico 3 B

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